PARROCHIALE MADONNA DEL ROSARIO DI BERNEZZOEdificata nel XII secolo, è conosciuta per la presenza di un ciclo pittorico attribuito ad Hans Clemer, il "Maestro di Elva".
ÉGLISE MADONNA DEL ROSARIO À BERNEZZOConstruite au XIIe siècle, elle est connue pour la présence d'un cycle de peintures attribué à Hans Clemer, le "Maître d'Elva". |
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SANTUARIO DELLA MADONNA DEL CASTELLO DI CARAGLIOL'Antica Cappella del Castello, sopra la collina di Caraglio, risalente al secolo quattordicesimo quindicesimo, poi rovinata, venne riscoperta nel 1810 sotto la vigna di Costanzo Chiapale. Tra il 1816 e il 1841 venne costruita la chiesa, affiancata da due edifici per il Cappellano e per un piccolo istituto assistenziale. Il complesso ottocentesco presenta un ampio fronte neoclassico incentrato sulla facciata della chiesa, al di sopra della quale svettano una piccola cupola ed il campanile. L'interno della chiesa, a pianta centrale, presenta nel braccio laterale a sinistra entrando, le due pareti laterali dell'antica cappella con gli affreschi quattrocenteschi raffiguranti la vita della Madonna, tra cui l'ampia scena della Pentecoste, che ha offerto lo spunto al titolo di "Regina degli Apostoli".
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CHIESA DI SAN GIOVANNI DI CARAGLIOChiesa fiorente già in epoca medioevale e sede parrocchiale per lunghissimo tempo, San Giovanni domina Caraglio dai bastioni della collina.Rimaneggiata più volte nel corso dei secoli, conserva al suo interno molte testimonianze del suo percorso nella storia, meritano sicuramente una menzione speciale gli affreschi.L'interno è infatti ricco di pregevoli opere d'arte: un sarcofago gotico, opera degli Zabreri di Pagliero e importanti affreschi dei fratelli Biasacci di Busca, risalenti alla seconda metà del Quattrocento. All'interno della Chiesa sono ricordate le famiglie caragliesi che si adoperarono per la sua ricostruzione a seguito dei crolli del XVII secolo; inoltre è sepolcro di alcuni parroci interrati sotto l'abside.
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FILATOIO DI CARAGLIOEdificato tra il 1676 e il 1678 per volere di Giovanni Gerolamo Galleani, fu fabbrica di filati di seta fino alla metà degli anni trenta del Novecento. In seguito fu adibito a caserma tra il 39 e il 43 e oggi museo del setificio piemontese. Negli anni 90 il Consiglio d'Europa definì il Filatoio di Caraglio il più Insigne monumento storico culturale di archeologia industriale in Piemonte. Prese progressivamente piede la consapevolezza che il Filatoio fosse un bene prezioso da preservare. Nacque nel 1999 un Comitato, diventato poi Fondazione, che da allora porta avanti le attività del museo.Oggi accoglie infatti, oltre a mostre temporanee d'arte, il permanente museo del setificio piemontese, il più antico d'Europa, con l'obiettivo di valorizzare non soltanto l'edificio, ma un intero territorio, divenendo una sorta di baluardo della memoria storico-economica piemontese in Europa.
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CAPPELLA DEI SANTI BERNARDO E MAURO DI VALGRANAEdificata nel XV secolo, a pianta quadrangolare, la cappella si erge lungo la più antica strada della Valle Grana. L'edificio si trova all'incrocio con la provinciale che da Valgrana raggiunge Montemale in borgata Ferreri, frazione di Bottonasco. Come da consuetudine nel Medioevo, era aperta sui tre lati. Nel XVII secolo venne aggiunto il porticato, sotto cui spiccano un'Annunciazione, San Bernardo da Mentone (fondatore degli Ospizi del grande e piccolo San Bernardo e protettore dei viaggiatori e dei montanari), Santa Caterina d'Alessandria col simbolo del suo martirio e lo stemma di Valgrana.Opera di Pietro da Saluzzo tra il 1461 ed il 1471 gli affreschi si conservano in buonissimo stato e sono facilmente visibili grazie all'apertura costante della Cappella
CHAPELLE SANTI BERNARDO E MAURO DE VALGRANAConstruite au XVe siècle, à plan quadrangulaire, la chapelle se trouve sur la rue la plus ancienne de la Valle Grana. Le bâtiment est situé au croisement avec la rue provinciale de Valgrana à Montemale, dans la bourgade Ferreri, un hameau de Bottonasco. Comme d’habitude au Moyen Âge, elle était ouverte sur trois côtés. Au XVIIe siècle, le portique a été ajouté, sous lequel se détachent une Annonciation, saint Bernard de Menthon (fondateur des hospices du Grand et du Petit-Saint-Bernard et protecteur des voyageurs et des alpinistes), sainte Catherine d'Alexandrie avec le symbole de son martyre et les armoiries de Valgrana.Les fresques, peints par Pietro de Saluzzo entre 1461 et 1471, sont conservées en très bon état et ils sont facilement visibles grâce à l'ouverture constante de la chapelle. |
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CHIESA DI SANTA MARIA DELLA VALLE DI VALGRANA
Edificata probabilmente intorno al 1018 da monaci legati al monastero di "Le Puy en Velay" in Auvergne, la chiesa si trova in una piccola borgata, Cavaliggi, tra Valgrana e Monterosso Grana.Il centro monastico, che ne nacque intorno, di cui oggi si possono solo più intuire le dimensioni, fu fondamentale per lo sviluppo agrario ed economico della media e bassa Valle Grana. Di pianta romana in origine, la chiesa ora si presenta senza abside, probabilmente interamente affrescata. La sua vera ricchezza è rappresentata da cicli di affreschi di epoca diversa, che spaziano dal XIV al XVI secolo. La chiesa conserva una piccola lastra in pietra con due volti umani (têtes coupées) e una croce Longobarda murata sopra la porta d'ingresso.
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OSPIZIO DELLA TRINITA' DI VALGRANAEdificio quattrocentesco, nasce nel quartiere Villa, in via Roma a Valgrana. La struttura era destinata ad accogliere i pellegrini.Nascosto in un cortile, regala la suggestione dello scorrere dei secoli ed è meritevole di visita per la straordinarietà del suo affresco realizzato dai fratelli Biasacci di Busca intorno al 1460-1470 e rappresentante la Trinità, raffigurata secondo l'iconografia orizzontale: Padre, Figlio e Spirito Santo visti come tre busti maschili, identici, che emergono del medesimo corpo benedicendo e tenendo un libro in mano. La rappresentazione orizzontale è stata rimossa da tutti gli edifici, In quanto giudicata irrispettosa della figura divina. Valgrana rappresenta uno dei pochi esempi salvatisi nel corso dei secoli.
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CASTELLO SAVIO DI MONTEMALEIl Maestoso edificio fortificato, oggi di proprietà privata, sorge sui resti dell'antico castello, già menzionato in antichissimi documenti, e risale alla prima metà del '900.Nel 1339 i Guelfi della pianura attaccano Montemale, difesa da Tommaso di Saluzzo ghibellino: il villaggio viene saccheggiato ma il castello resiste all'assalto. Alla fine del '600 il castello è abbandonato è in rovina e segue le vicissitudini dei tormentati secoli a venire, ma all'inizio del '900 viene ricostruito dall'ingegnere Alessandro Savio di Dronero.Sempre a Montemale la parrocchiale di San Michele Arcangelo conserva alcune importanti testimonianze di arte scultorea locale.Nell'orto della casa canonica, su di una cisterna per l'acqua piovana, è visibile una bocca di pozzo in pietra, a pianta esagonale, proveniente dai resti dell'antico castello.
CHATEAU SAVIO DE MONTEMALEL’imposant édifice fortifié, qui est aujourd’hui une propriété privée, se dresse sur les ruines de l’ancien Château, qui est mentionné dans des anciens documents, et il remonte à la première moitié du XXᵉ siècle.En 1339 les guelfes de la plaine ont attaqué Montemale, défendue par le gibelin Tommaso de Saluzzo : le village a été saccagé mais le Château a résisté à l’assaut. À la fin du XVIIᵉ siècle, le Château, abandonné, est tombé en ruine mais au début du XXᵉ siècle il fut reconstruit par l’ingénieur Alessandro Savio de Dronero.Toujours à Montemale, l’Eglise paroissiale de Saint Michel Archange conserve d’important témoignages sur l’art sculptural local. Dans le jardin du presbytère, sur une citerne des eaux pluviales, on peut voir la cavité d’un puits en pierre, à plan hexagonale, appartenant aux ruines de l’ancien château. |
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CAPPELLA DI SAN SEBASTIANO DI MONTEROSSO GRANAL'aspetto esterno, spoglio e anonimo, cela all'interno un ciclo di affreschi di Pietro da Saluzzo risalente alla fine del XV secolo. Conosciuta anche come cappella cimiteriale di Monterosso, si trova sulla strada provinciale all'ingresso del paese. La scelta del protettore dal contagio della peste fa presumere che sia stata edificata in occasione di un'epidemia. Inizialmente doveva trattarsi di una cappella aperta con due grandi arcate a tutto sesto e due pareti chiuse. Nel XVIII secolo il prolungamento dell'aula ne modifica l'aspetto. L'interno della Cappella fu interamente decorato da Pietro da Saluzzo nel 1468 su commissione dei feudatari del posto. Le raffigurazioni riportano gli Evangelisti oltre che numerosi Santi con il martirio di San Sebastiano.
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SANTUARIO DI SAN MAGNO A CASTELMAGNO
Il santuario di San Magno sorge sulle vestigia di un tempio Romano dedicato al Dio Marte, protettore di soldati e di allevatori.Già fin dalle remote epoche preromane la zona fu colonizzata dall'uomo per via dei suoi pregiatissimi alpeggi. Il Santuario, sorto intorno all'originaria Cappella Allemandi del XV secolo, ha subito moltissimi ampliamenti nel corso dei secoli, gli ultimi dei quali alla fine del XIX secolo. Il suo tesoro più prezioso è rappresentato senza dubbio da cicli pittorici di Pietro da Saluzzo e di Giovanni Botoneri, contenuti nel nucleo più antico del Santuario.Nello spettacolare porticato si può trovare, murata, la lapide che testimonia la presenza di un luogo di culto romano.
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